Il fondo patrimoniale
Fondo patrimoniale: novità
Sul fronte della tutela della casa, il debitore non è stato mai così sprovvisto di tutela come in questo periodo. Eh si, perché le ultime sentenze della Cassazione hanno ormai demolito l’istituto del fondo patrimoniale e quello del vincolo di destinazione, normalmente utilizzati dagli italiani per proteggere l’immobile di proprietà. Seppure è anche vero che, se detto immobile è anche l’unico, non può essere pignorato dal fisco, ciò non toglie che invece l’ipoteca può comunque essere iscritta (se le cartelle non pagate raggiungono 20 mila euro). L’ultima novità in materia di fondo patrimoniale è data da una ordinanza di ieri della Cassazione che avverte: in caso di debiti di lavoro, la casa si pignora sempre. Per comprendere il principio dobbiamo fare un passo indietro.
Cos’è il fondo patrimoniale?
Il fondo patrimoniale è un vincolo che serve a rendere non pignorabile la casa o qualsiasi altro immobile. Esso fa sì che tutti i creditori non possano sottoporre ad esecuzione forzata il bene che in esso viene inserito. Fanno eccezione solo i debiti contratti per i bisogni della famiglia: in questo caso, i relativi creditori non trovano nel fondo patrimoniale alcun ostacolo per pignorare la casa del debitore. Un esempio, sono le spese di istruzione dei figli, quelle di condominio ecc. Proprio per questo il fondo patrimoniale può essere realizzato solo da coppie sposate e non da single. Per maggiori informazioni leggi la guida sul fondo patrimoniale.
Se un creditore pignora la casa inserita nel fondo patrimoniale, il coniuge che voglia opporsi deve dimostrare che il debito per cui è stata iscritta l’ipoteca è stato contratto per uno scopo estraneo ai bisogni della famiglia e che il creditore era a conoscenza di tale circostanza .
Il fondo patrimoniale è revocabile?
Una volta inserito un immobile nel fondo patrimoniale, può essere sottratto al vincolo in qualsiasi momento. Se invece la coppia ha figli è necessaria l’autorizzazione del giudice tutelare sempre che, nell’atto di costituzione del fondo, i coniugi abbiano previsto l’esenzione di tale formalità.
L’esistenza di un fondo patrimoniale non vincola il proprietario del bene che rimane lo stesso. L’amministrazione del bene viene rimessa a entrambi i coniugi e questi sono obbligati ad usare i frutti del fondo per i bisogni di famiglia. Se l’immobile viene utilizzato come residenza familiare, nulla cambia.
Quali creditori possono pignorare il fondo patrimoniale?
La Legge ha fatto sì che, gradualmente, il fondo patrimoniale divenisse quasi completamente inutile. Ne abbiamo già parlato in Abolito di fatto il fondo patrimoniale. In buona sostanza, secondo la Cassazione, i debiti di lavoro possono giustificare il pignoramento della casa inserita nel fondo patrimoniale. La motivazione è presto detta: se è vero che il lavoro serve a portare il pane in casa e che, quindi, è un’attività rivolta agli interessi della famiglia, tutti i creditori sorti nell’esercizio dell’attività professionale, imprenditoriale, dell’arte o di qualsiasi altro mestiere possono sottoporre ad esecuzione forzata l’immobile nel fondo patrimoniale. Anche un debito di natura tributaria sorto per l’esercizio dell’attività professionale o di impresa di uno dei due coniugi può consentire, all’Agenzia delle Entrate Riscossione, il pignoramento della casa .
La revocatoria
I limiti al fondo patrimoniale non sono finiti. Nei primi 5 anni il fondo patrimoniale è sempre revocabile da qualsiasi creditore se si dimostra che il debitore ha realizzato tale vincolo perché privo di altri beni per pagare le obbligazioni contratte. Così, chi ha solo una casa, e la inserisce nel fondo patrimoniale, può ben essere oggetto di revocatoria.
Quando serve il fondo patrimoniale?
Il fondo patrimoniale conserva un residuo di utilità per difendere la casa dai debiti assunti per finalità di natura indispensabile o caratterizzate da interessi meramente speculativi. Ma quanti sono gli italiani che contraggono obbligazioni per tali esigenze quando, al giorno d’oggi, si fa fatica ad arrivare a fine mese? Chi ha la capacità di impiegare il proprio reddito – e contrarre debiti rilevanti – per speculazioni o beni non essenziali non ha spesso neanche difficoltà economiche tali da suggerirgli la costituzione di un fondo patrimoniale.
Una soluzione è il cosiddetto vincolo di destinazione previsto dal codice civile . Il vincolo di destinazione. In tal caso, on un atto notarile si può decidere di destinare i propri beni immobili e mobili registrati alla realizzazione di interessi «meritevoli di tutela». L’interesse da perseguire ed a cui sono destinati i beni va indicato nell’atto . Tale vincolo può durare massimo 90 anni o tutta la vita della persona beneficiaria del vincolo. In questo modo, si ottiene l’effetto di “isolare” detti beni dal patrimonio generale del soggetto titolare, in modo da destinarli al perseguimento del fine per il quale l’atto di destinazione è stato istituito. Essi, quindi, non saranno neanche pignorabili dai creditori di entrambi i soggetti.
Anche il vincolo di destinazione, al pari del fondo patrimoniale, può essere oggetto di revocatoria nei primi cinque anni se viene dimostrata la consapevolezza, da parte del proprietario del bene, di arrecare pregiudizio al creditore.
Fonte: laleggepertutti.it, 27 Ottobre 2017