Patrimonio famigliare
Trust dopo di noi: Marco Zoppi ha ideato il Pool Trust
Che ne è dei disabili una volta venuti meno i loro familiari?

Che ne è dei disabili una volta venuti meno i loro familiari?Ecco che, finalmente, a dare esaustiva risposta è la legge del 22 giugno del 2016, emanata allo scopo di predisporre strumenti per garantire al disabile grave il più sereno svolgimento della vita anche una volta deceduti i familiari che lo hanno sostenuto da sempre.Ebbene, abbiamo invitato Marco Zoppi, fondatore e AD di Global Capital Trust ed esperto di trust dopo di noi, al quale si deve il merito di aver individuato come possibile mezzo di tutela a favore dei soggetti più deboli anche il Trust.Approfittando di questa presenza, della quale siamo onorati, cogliamo l’occasione per porre qualche domanda utile a capire meglio caratteristiche e funzionamento del Pool Trust, il nuovo strumento giuridico concepito per salvaguardare il patrimonio destinato a persone con disabilità gravi.
Marco Zoppi, benvenuto, le chiediamo di rispondere se possibile a queste domande:
Ci può dare un esempio di Pool Trust per il Dopo di Noi?
Credo che il punto di forza del Pool Trust sia appunto quello di saper creare una sinergia perfetta tra alcuni soggetti non omogenei. Questo è il principio dal quale prende le mosse il complesso funzionamento di questo progetto che porta la mia firma.
Nessun individuo che vi partecipa pesa economicamente sull’altro, partecipando, piuttosto, in maniera sinergica e diretta alla determinazione delle migliori condizioni con le quali i beni conferiti nel trust possano essere sapientemente gestiti.
Ora, fatta questa doverosa premessa, fornisco un esempio su come il Pool Trust si propone di funzionare tecnicamente per il Dopo di Noi.
Si parte innanzitutto dalla collaborazione del disponente benestante, il quale si occupa di redigere un preciso regolamento che disciplini la gestione dei beni conferiti nel trust.
Il principio che deve ispirare la redazione di questo regolamento è quello di mantenere inalterate nel tempo tutte le condizioni alle quali ogni beneficiario è abituato.
Poi, abbiamo la presenza del secondo disponente, l’amministratore, preposto a provvedere al sostegno del soggetto disabile privo di famiglia.
A questa figura è demandata l’intercettazione di quei finanziamenti che, la legge stessa del “Dopo di Noi”, ha previsto per lo sviluppo dei programmi di coabitazione per disabili gravi.
A che cosa è da attribuire il successo del Pool Trust?
Beh, sarebbero tanti i fattori fondamentali dai quali si può dire dipenda il successo del Pool Trust.
Di sicuro, come qualsiasi altra operazione di “trust supporting” se così possiamo definirla, l’efficacia di questo strumento dipende strettamente dall’esistenza di meccanismi giuridici ed economici in grado di realizzare un progetto di così ampia portata.
Questi meccanismi, come vede, nel Pool Trust ci sono tutti.
C’è la legge, del 22 giugno del 2016, dalla quale la definizione progettuale del Pool Trust prende le mosse, e c’è anche il supporto economico da parte di enti e associazioni, un bacino dalle enormi opportunità che rende possibile dare corpo e sostanza a questo innovativo negozio giuridico.
Ecco a cosa si deve il successo di questa nuova forma di Trust.
Ma, non da ultimo, impossibile fare a meno di menzionare, in testa, anche e soprattutto il livello di partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, che danno vita a una rinnovata anzi, se è lecito, inedita collaborazione propositiva tra le parti.
Questa cooperazione funge da vero motore di questo progetto sul Dopo di Noi.
Quali sono i vantaggi concreti per il disabile?
Non si può negare come questa organizzazione appena descritta vada a tutto vantaggio del soggetto debole il quale viene a trovarsi a vivere, all’interno del Pool Trust, in una condizione di pari dignità rispetto a tutti gli altri soggetti coinvolti, e ciò a prescindere, ovviamente, dalla capacità patrimoniale e dal ceto sociale.
Un altro ovvio vantaggio per i disabili deriva dalla “forza” dei partner coinvolti dal Pool Trust e previsti espressamente dalla legge, tra i quali, a solo titolo di esempio, gli enti locali ma anche le associazioni di recupero, di volontariato, le associazioni degli utenti e degli addetti all’assistenza, nonché erogatori privati. La loro forza si declina a tutto vantaggio dei soggetti deboli e delle famiglie alle quali essi appartengono.
Queste ultime possono, finalmente, superare il vuoto normativo e socio-assistenziale che ha da sempre caratterizzato il settore dell’aiuto delle persone disabili del “Dopo di Noi”.
Fonte: valledaostaglocal.it, 17 Marzo 2018.