trust per Venezia

Un Trust per Venezia

I vantaggi dell’istituto giuridico del trust risiedono nella sua estrema versatilità, nonché nella garanzia che i beni siano effettivamente utilizzati dal trustee per lo scopo prefissato.
Questo lo rende uno strumento efficace, per esempio, nel caso più noto della tutela di un figlio disabile da parte del genitore.
Tuttavia i campi di applicazione del trust sono potenzialmente molto vasti, dalla tutela in campo economico alla salvaguardia del patrimonio culturale.
trust per VeneziaA tale proposito, dall’acqua alta che recentemente ha invaso il capoluogo veneto a livelli preoccupanti emerge una suggestiva proposta: un Trust per Venezia.
Non si tratta soltanto, in generale, di far fronte all’emergenza e tutelare il patrimonio artistico di una delle città italiane più belle e più fragili.
Peraltro, la singolare fragilità di questa meravigliosa “città sull’acqua” è parte integrante della sua unicità e quindi della sua bellezza.

Il caso di Venezia permette, altresì, di ripercorrere alcuni aspetti essenziali di questo strumento giuridico. Come in analoghe e drammatiche circostanze, il trust si rivela particolarmente adatto a evitare che i fondi stanziati per superare una calamità vengano deviati verso meno nobili scopi. Ai rischi connessi a ogni disgrazia, in fase di ricostruzione o di messa in sicurezza si aggiunge sempre l’eventualità, alquanto sgradevole, dello sciacallaggio. Da quello spicciolo (ma non meno sgradevole) praticato individualmente a quello legato a una gestione non sempre trasparente delle risorse. Chi può garantire che vengano gestite in maniera approssimativa o persino disonesta?

Per scongiurare tale evenienza, l’istituto del trust è già in uso per la ricostruzione in Emilia, dopo gli eventi sismici del 2012, e a Genova, a seguito del crollo del Ponte Morandi. La proposta veneziana può rafforzare ulteriormente un modello valido per tutte quelle situazioni in cui ingenti danni richiedono somme altrettanto ingenti.

Trust per Venezia

È Italia Oggi, il 17 novembre 2019, ad avanzare l’idea di un Trust per Venezia e spiegarne il perché. La ragione è individuata, oltre che nella finalità del trust, nella qualità del trustee (il “gestore”) quale attore super partes e nella vigilanza.
Benché non espressamente obbligatoria, la figura del protector (il “guardiano”) in molti casi non è solo auspicabile, ma fondamentale (http://www.trustpatrimoniale.it/il-guardiano/).

Il suo compito consiste appunto nel vigilare che il trustee porti a compimento gli obiettivi per cui è stato istituito il trust.
Nel caso di specie si parla di una duplice vigilanza: quella di un’autorità indipendente, quale la Banca d’Italia, e quella del Fondo Ambiente Italiano.
Oltre alla grave emergenza specifica in corso a Venezia è in gioco anche la realizzazione del MO.S.E. L’enorme progetto di difesa della laguna, fondamentale per le future maree, è già stato al centro di controversie negli anni passati. Attraverso lo strumento del trust, gli stanziamenti istituzionali e le donazioni private, permetteranno di evitare qualsiasi contaminazione politica. La proposta mira pertanto a “mettere da parte burocrazia e antagonismi politici e valorizzare invece la bellezza artistica ed ambientale della città lagunare”.

Italia Oggi menziona, inoltre, la possibilità di una procedura di whistleblowing che permetta di segnalarne, anche in forma anonima, eventuali usi scorretti. Il destinatario ultimo, come per ogni utilizzo del trust, è sempre una persona, tutelata attraverso la “messa in sicurezza” di un bene materiale. L’intervento della testata giornalistica ha il pregio di evidenziare gli attori e i destinatari dell’operazione, rispettivamente i veneziani (e non solo) di oggi e le generazioni future. Ciascuno infatti è chiamato in causa, “ciascuno in base alle proprie possibilità economiche, per lasciare in eredità a nipoti e figli una città unica nel mondo facendoli diventare beneficiari del Trust per Venezia”.

Fonte: Italia Oggi

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